lunedì 30 novembre 2020

La fontana bianca (romanzo di Andrea Pagani)

Associazione Ippogrifo. Vivere la scrittura è lieta di presentare il nuovo romanzo di Andrea Pagani.

Il libro (edito da La Mandragora) è uscito nelle librerie e acquistabile on line dal sito de La Mandragora a QUESTO link.

14 settembre 2015. Il mondo scientifico è scosso da una scoperta di portata rivoluzionaria. Alle 9.50, ora di Greenwich, gli interferometri dei centri astronomici statunitensi Ligo di Hanford, nello stato di Washington, e di Livingston, in Louisiana, rilevano delle increspature dell’universo. Perturbazioni dello spazio-tempo, chiamate onde gravitazionali, generate dalla fusione di due buchi neri un miliardo e mezzo di anni fa. Questo evento costituisce il motore della narrazione. Il protagonista del romanzo, Guglielmo Boselli, 49enne, studioso di fisica che lavora al centro astronomico Virgo di Cascina in provincia di Pisa, prende le mosse da questo episodio scientifico per condurre un’indagine, che parte dal settembre 2015 e lo precipita, a ritroso, nel novembre 1983. Esiste, infatti, un legame fra le due epoche, in margine ad un mistero, inquietante e al contempo fascinoso. Dopo il romanzo La tana del coniglio (2014, prefazione di WuMing2), Pagani torna a sperimentare una singolare forma di narrazione, a metà strada fra l’impianto della detection e le suggestioni visionarie, oniriche, simboliste, non esenti da incursioni nel gotico e nel surreale, i cui modelli sembrano essere i classici Stevenson, Poe, Borges, ma anche i contemporanei King, Bassani, Thompson, e le serie tv True detective e Sherlock. Non a caso, la costruzione letteraria, eretta su robusti pilastri di fisica astronomica, diventa il pretesto per un’esplorazione nei fantasmi che tormentano il nostro immaginario e nelle pieghe sentimentali che ci commuovono.

La copertina del libro

La fontana bianca

Il video di presentazione del romanzo



domenica 29 novembre 2020

Rinchiusi (di Marco Marangoni)

Fonte articolo

Una collezione di figurine animate: i volti dei miei studenti che seguono le lezioni a distanza, rinchiusi nella griglia di Google-Meet. Rinchiusi è la parola giusta: hanno gli occhi dei carcerati che ti guardano da dietro le sbarre, perplessi tra disperazione e attesa. Eppure non stanno in cella, ma a casa loro: si vedono letti appena rifatti, librerie, cagnolini e gatti, veri e di peluche, cucine componibili, tavernette in stile rustico, finestre aperte su giardini (aria aperta, che bello). E allora, perché queste facce? Mi immagino studente e cerco di vederla dal loro punto di vista: non sono io ad andare a scuola, è la scuola che viene da me, che entra, irrompe in camera mia. La didattica a distanza non rispetta il privato domicilio! È un problema di spazi: l’adolescente, per diventare ogni mattina uno studente, deve uscire dalla propria zona di comfort ed entrare in un luogo diverso, radicalmente diverso, dove gli viene richiesto di prendersi delle responsabilità sue, soltanto sue, di parlare in modo diverso da come fa a casa, di entrare in rapporto con persone che non fanno parte della sua sfera di relazioni consueta: un impegno complesso, quindi, sostenibile da parte dello studente solo se la scuola e la casa restano due spazi separati.

domenica 22 novembre 2020

Almanacco di Ippogrifo: laboratorio di scrittura e miniera di idee

Associazione Ippogrifo. Vivere la scrittura (Associazione culturale e ricreativa di promozione sociale) è lieta di presentare una preview dell' Almanacco Ippogrifo, presto in libreria.

Si ringrazia l' Associazione Rodari, una scuola grande come il mondo che ha fornito un prezioso contributo.

Preludio 

Qualche anno fa, uno studioso che di letteratura se ne intendeva e che ci ha consegnato preziose riflessioni sul senso di fare cultura, Vittorio Strada, in una splendida voce della Enciclopedia Einaudi, amava sottolineare lo stretto legame fra «il fare letterario e il sapere letterario», ovvero la sostanziale convergenza fra la produzione letteraria e la riflessione su di essa, come a dire che riesce difficile, per non dire impossibile, stabilire un confine preciso fra l’esercizio della creatività e il momento scientifico della critica. 
Il che c’incammina su un’altra seducente biforcazione di idee, una rete inesauribile di spunti e suggestioni: ad esempio, su quanto vi sia d’immaginifico e lirico nelle pagine di alcuni critici (basterebbe pensare, fra tutti, agli scritti di Roberto Longhi) e, allo stesso tempo, quale spessore di consapevolezza e pensosità vi sia in certi libri di narrativa, in apparenza tanto leggeri e incantati (e ci tornano in mente le parole di un maestro dell’affabulazione, Italo Calvino, che in punto di morte all’amica Maria Corti confessava di essere uno scrittore che lavora soprattutto di sottrazione, con estrema fatica, per offrire il massimo di leggerezza, spontaneità, freschezza). 
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